Istanbul è divisa in due dal Bosforo, lo stretto di 30 km che separa l’Europa dall’Asia e che collega il Mar Nero e il Mar di Marmara. Nella parte sud dello stretto, sulla sponda europea, si trova il Corno d’Oro, un braccio di mare lungo circa 7 km, che, dalla parte europea, divide ulteriormente in due la città.
Istanbul in effetti ha due centri, separati dal Corno d’Oro, entrambi sulla sponda europea del Bosforo. La città vecchia è incentrata sul quartiere di Sultanahmet, il cuore storico della città, dove si trovano le principali attrazioni turistiche, mentre Taksim e Beyoğlu, dall’altro lato del Corno d’Oro, sono il fulcro della città moderna.
Poco più a ovest di Sultanahmet si trova il gigantesco Gran Bazar, punto focale di una vasta area che si estende dalle coste del Mar di Marmara a sud fino alle colline che sovrastano il Corno d’Oro a nord. Troneggia sull’area l’imponente Moschea di Solimano. Circa a 6 km a ovest della città vecchia, tra il Mar di Marmara e il Corno d’Oro, si trovano le mura bizantine della città, intatte.
I quartieri di Istanbul: Beyoğlu
I quartieri di Istanbul. Da Sultanahmet o da Eminönü, è più facile attraversare il Corno d’Oro dal Ponte di Galata, entrando nell’area portuale di Karaköy e proseguendo sul colle fino a Galata. Nei pressi del limite nord del ponte è situata l’entrata al Tünel, la funicolare sotterranea che consente di raggiungere Beyoğlu, elegante quartiere europeo ottocentesco.
Dalla stazione superiore del Tünel, un tram d’epoca percorre il viale principale di Beyoğlu, Istiklal Caddesi, fino a Piazza Taksim, i due punti in cui si concentrano i più frequentati alberghi, bar, club e ristoranti della città moderna.
A nord di Taksim, sulla linea della metropolitana, si estendono i moderni quartieri commerciali di Harbiye, Levent, Etiler, Nisantasi e Sisli, sedi delle compagnie aeree e delle ambasciate. Scendendo dalla collina di Taksim, sul Bosforo, si incontrano i quartieri commerciali e panoramici di Tophane, Besiktas e Ortaköy. Al di là dello stretto, in Asia, i centri principali di Üsküdar, Haydarpasa e Kadiköy non mancano di negozi, ristoranti e locali interessanti, e soprattutto godono di una vista magnifica sull’altro lato (europeo) della città.
I quartieri di Istanbul: Sultanhamet
Gran parte delle attrazioni imperdibili di Istanbul si trovano nel quartiere di Sultanahmet: il Palazzo Topkapi, la Moschea Blu, Ayasofya, la Basilica Cisterna e l’Ippodromo. L’arteria è Divan Yolu, dove passa anche il tram, che è il mezzo migliore per muoversi in questa zona.
Oltre ai siti già ampiamente descritti, è assolutamente consigliabile una visita ai Musei Archeologici di Istanbul. Perfettamente allestiti, custodiscono una ricchissima collezione di meravigliosi sarcofaghi romani, maioliche turche, manufatti ittiti di grande pregio. Sono manufatti che raccontano millenni di storia anatolica, straordinarie testimonianze del passato, oltre a oggetti di epoca pre-islamica provenienti da ogni angolo del vastissimo impero ottomano.
Questi musei custodiscono le collezioni del palazzo create nel corso del XIX secolo da Osman Hamdi Bey e notevolmente accresciute dopo la costituzione della Repubblica nel 1923. Comprendono il Museo dell’Antico Oriente, il Museo Archeologico e il Chiostro piastrellato. L’edificio neoclassico del Museo Archeologico ospita un’ampia collezione di statue e sarcofaghi ellenici, ellenistici e romani. Uno dei pezzi di maggior pregio, rinomata per gli alti contenuti estetici e per i bassorilievi molto ben conservati, è certamente il Sarcofago di Alessandro, risalente al IV secolo a.C. e ritrovato a Sidone nell’attuale Libano.
Il Chiostro piastrellato del Sultano Maometto II, realizzato nel 1472 non molto tempo dopo la presa di Costantinopoli del 1453, è la più antica costruzione turca non religiosa di Istanbul giunta fino ai giorni nostri. Originariamente era un padiglione esterno del Palazzo di Topkapi. Tra i pezzi più significativi del Museo dell’Antico Oriente, c’è il primo trattato di pace del mondo, il Trattato di Kadesh (XIII secolo a.C.): la tavoletta di argilla, dove è riportato il testo firmato dal re ittita Hattusili III e dal faraone egiziano Ramses II, è stata trovata durante gli scavi ad Hattusha nel 1906.
I quartieri di Istanbul: il Gran Bazar
Il Gran Bazar di epoca ottomana è il sogno di ogni turista. Ma l’area nei dintorni racchiude alcune importanti attrazioni, come ad esempio l’Hamam Cemberlitas, uno degli storici hamam cittadini costruito dal celebre Mimar Sinan nel 1584, e soprattutto la maestosa Moschea di Solimano che, arroccata sull’altura che domina il Corno d’Oro, si impone alla vista da ogni punto di Istanbul.
Simbolo della grandezza dell’Impero Ottomano, la straordinaria costruzione (1550-1557) che ricalca il modello di Ayasofya, è opera di Mimar Sinan, uno dei più importanti architetti del XVI secolo, contemporaneo di Michelangelo. Fu Solimano il Magnifico ad affidargli l’incarico di progettare un complesso monumentale formato da diversi edifici e precisamente: scuole (primaria, elementare, teologica, medica e coranica), un ospizio per i viaggiatori, una mensa popolare, dei bagni pubblici, un ospedale e una grande moschea che avrebbe portato il suo nome. In pratica, una città nella città.
La moschea si trova al centro di un ampio piazzale cinto da mura, dove sono collocati anche i mausolei del Sultano e di sua moglie, l’amata Roxelana. Il cortile esterno con la fontana per le abluzioni è circondato da splendidi portici con colonne di granito rosso e marmo rosa. L’interno colpisce per la vastità e la semplicità delle decorazioni. L’immensa sala della preghiera è sovrastata da una possente cupola alta 53 m e dal diametro di 26,5 m, alla quale si affiancano due semicupole anch’esse poggianti su massicci pilastri. Trentadue finestre poste nel tamburo della cupola centrale lasciano filtrare la luce che rischiara lo spazio sacro, luogo di grande pace e armonia.
Il Gran Bazar, profumi e colori di Istanbul.
I quartieri occidentali: Fatih, Fener e Balat
Una delle zone meno frequentate della città è l’area chiamata dei Quartieri Occidentali, ovvero Fatih, Fener e Balat. Un tempo, come indica il nome stesso, area cosmopolita, che ospitava una popolazione multietnica e multi religiosa, oggi è un’area piuttosto conservatrice. Da un punto di vista urbanistico, alcune antiche case ottomane sono state qui superbamente restaurate, ma le strade sono a volte strette e labirintiche ed è facile perdersi. Ciò nonostante, a Fatih si trova il centro spirituale del mondo cristiano-ortodosso, il Patriarcato Greco, e non si può comunque perdere la visita al Museo di San Salvatore in Chora.
San Salvatore in Chora
Come la prestigiosa Aya Sofya, l’edifico bizantino più importante del mondo, anche la chiesa di San Salvatore in Chora è oggi un museo, noto col nome di Kariye Müzesi, ma porta anche la memoria del suo passaggio a moschea avvenuto nel 1511 : l’eccellente stato di conservazione degli affreschi e dei preziosi mosaici è dovuta proprio al fatto che nella trasformazione in moschea furono ricoperti con calce, e rimasero coperti fino al 1948, quando iniziò un accurato restauro e fu trasformata in museo.
È considerato uno degli esempi più belli di chiesa bizantina. La chiesa originaria venne costruita nel V secolo all’esterno delle mura costantiniane, ma la struttura attuale risale all’XI secolo. Nel XIV secolo la basilica subisce la trasformazione principale, con la creazione di una serie di mosaici unici al mondo: le opere ritraggono temi cristiani di ogni genere, dall’Annunciazione alla Crocifissione, dall’Assunzione al Giudizio Universale.
Questi mosaici sono molto importanti non solo per l’eccellente stato di esecuzione e di conservazione, ma anche da un punto di vista storico poiché sono i più recenti della scuola bizantina, e rivelano lo stadio evolutivo finale della tecnica musiva: le tessere sono molto piccole ed è visibile una certa tridimensionalità delle composizioni, cosa che invece non appare nei mosaici precedenti, come si possono ammirare ad esempio in Ayasofya, oppure nelle chiese di Ravenna.
Il Corno d’Oro
Proseguendo dai Quartieri Occidentali lungo la riva meridionale del Corno d’Oro, oltre le mura teodosiane, si incontra il quartiere di Eyüp. La popolarità della zona deriva dalla presenza della Moschea di Eyüp, la più sacra di Istanbul in quanto presunto luogo di sepoltura di Eyüp Ensari, compagno del Profeta Maometto : la sua tomba è attigua alla moschea ed è ornata da un’impronta del piede di Maometto incorniciata in oro e da splendide piastrelle di Iznik.
Dalla piazza principale di Eyüp parte verso nord una bella via di shopping piena di panifici e interessanti negozi di alimentari. Una volta arrivati in cima, si può risalire la collina fino al famoso Pierre Loti Café dedicato al romanziere romantico francese dell’800 che visse qui per qualche anno. Dalla terrazza c’è una splendida vista sul Corno d’Oro.
Sempre in zona, più precisamente nell’interessante quartiere universitario di Bilgi, c’è il Santralistanbul, simbolo della nuova Istanbul. Il principale punto di interesse è il Museo dell’Energia, ospitato nell’antica centrale elettrica della città, in funzione dal 1914 al 1983. L’interno è un mix riuscito degli elementi del vecchio impianto e di installazioni high-tech.
Vi si trova un gigantesco spazio espositivo, che dal 2007 ha ospitato numerosi eventi internazionali di arte contemporanea. Sulla riva settentrionale del Corno d’Oro, merita attenzione il Museo Industriale Rahmi M. Koç, inserito in una antica fabbrica ristrutturata da Rahmi M. Koç, uno degli industriali più ricchi del Paese. Il museo ospita la sua collezione privata di modellini, macchine, veicoli e giocattoli.
I quartieri di Istanbul: Beyoğlu e Galata
Il quartiere di Beyoğlu, che si trova sulla sponda opposta del Corno d’Oro rispetto a Eminönü e Sultanahmet, è il cuore pulsante della moderna Istanbul, soprattutto lungo la via Istiklal Caddesi. Attraversando il Ponte di Galata, ci si trova prima di fronte all’area portuale di Karaköy, mentre più all’interno c’è l’area di Galata, il quartiere dei genovesi.
In posizione più elevata la cosiddetta area di Pera, che nel XIX secolo fu prescelta da diverse potenze europee per costruire le sedi delle proprie ambasciate. Il completamento della linea ferroviaria dell’Orient Express nel 1889 attirò un grande flusso di turisti alloggiati in alberghi di questo quartiere, come lo splendido Pera Palace.
Qui si trova anche il Monastero dei Mevlevi, un tempo sede di un ordine di Dervisci Rotanti, che oggi ospita il Divan Edebiyati Muzesi (Museo della Letteratura di Corte). L’ordine dei Mevlevi fu fondato in Konya, nell’Anatolia Centrale, nel corso del XIII secolo, e prese il nome dal grande poeta e mistico sufi Celaleddin Rumi (1207-73), detto Mevlana Per Mevlana, la ricerca della comunione mistica con Dio avveniva attraverso una cerimonia che comprendeva canti, preghiere, musica e, appunto, la danza rotante.
Oggi questo antico monastero è un complesso con giardini, angoli ombrosi e un cimitero con pietre tombali dalle magnifiche iscrizioni ottomane. Qui si trova la tomba di Galip Dede, il poeta sufi del XVII secolo che ha dato il nome alla strada. Nelle teche che circondano la zona centrale sono esposti alcuni esempi dell’arte calligrafica dei Mevlevi e diversi strumenti musicali conservati dai suoi discepoli.
I quartieri di Istanbul: Tophane e Çukurcuma
Spostandosi in direzione nord-est sul lungomare del Bosforo dal Ponte di Galata, si incontra il quartiere di Tophane, notevole soprattutto per il principale museo d’arte contemporanea della città, l’Istanbul Modern Museum. In una città orgogliosa della propria storia, è un’alternativa rinfrescante e giovane per chi vuole vedere la nuova Istanbul.
Istanbul Modern Museum
Nato sulle rovine di un vecchio deposito sul Bosforo, dal 2004 il museo ospita collezioni importanti di artisti sia turchi che internazionali e vi si trovano una biblioteca specializzata, un cinema, un’area dedicata alla video art e un caffè. L’edificio ha un fascino particolare e si è affermato in città come uno dei posti di ritrovo artistico e culturale alla moda. Alle spalle di Tophane, in direzione di piazza Galatasaray, si trova il quartiere di Çukurcuma. L’atmosfera di questo silenzioso e calmo micro quartiere, tutto concentrato in quattro vie, è unica e imperdibile per chi si trova a passare da Tophane a Beyoğlu.
Museo dell’Innocenza di Orhan Pamuk
Çukurcuma è piena di negozietti di antiquariato, gallerie d’arte contemporanea, atelier di giovani artisti e designer, così come di rigattieri, che si fermano agli angoli delle strade con i loro carretti di legno carichi di oggetti. E proprio qui si trova il Museo dell’Innocenza di Orhan Pamuk, inaugurato il 28 aprile 2012 dallo scrittore e premio Nobel turco.
Il museo è opera interamente sua: è stato da lui concepito e allestito, in quasi 15 anni di lavoro, nei tre piani della bella casa in legno rosso scuro di un palazzo del 1897. Il suo nome deriva dall’omonimo romanzo pubblicato da Pamuk nel 2006, che narra l’amore tra il giovane Kemal e la bellissima Fusun, promessi sposi mancati.
Il museo presenta 83 teche, una per ciascun capitolo del libro, dove sono raccolti gli oggetti che evocano i diversi frammenti della storia d’amore. Alcuni oggetti provengono dai mercatini delle pulci; altri sono stati donati a Pamuk dalle famiglie del posto; altri ancora sono stati ricostruiti da abili artigiani. L’uno accanto all’altro, sono in grado di parlare anche a chi non ha letto il romanzo, raccontando la storia di un’epoca che non c’è più.
Beşiktaş
La maggior parte dei visitatori si reca a Beşiktaş per visitare il Palazzo Dolmabahçe (Dolmabahçe Sarayi). Entrandovi, ci si trova di fronte al più magnifico esempio di gusto ottomano-europeo. L’edificio, costruito sul sito del dolma bahçe (giardino coperto), fu portato a termine tra il 1843 e il 1856 per Abdül Mecit dagli architetti di corte Nikogos e Karabet Balyan, dopodiché il sultano e tutta la famiglia vi si trasferirono abbandonando il Palazzo Topkapı, residenza imperiale per quattro secoli.
Palazzo Topkapı
Il palazzo fu il principale centro amministrativo dell’Impero Ottomano dal 1856 al 1922, fatta eccezione per un periodo di venti anni (1889 – 1909) durante i quali fu usato il Palazzo Yildiz. Dal 1984 è un museo che ripercorre la storia dell’Impero Ottomano e della nuova Repubblica.
Il complesso del Dolmabahçe consiste di tre edifici: gli appartamenti di stato intesi come edificio principale, la sala cerimoniale e l’harem imperiale. È caratterizzato da alcuni motivi dell’architettura tradizionale ottomana negli interni e da una ricerca meticolosa del rococò in particolare negli esterni.
Gli appartamenti di Stato si estendono su una superficie di 45.000 mq calpestabili, 285 stanze, 44 sale di ricevimento. L’esterno è imponente, una facciata di marmo bianco vista dal mare, ma non è nulla in confronto all’interno, opera del decoratore francese Sechan che lavorò anche all’Opera di Parigi.
I pezzi forti sono la sala del trono alta 36 metri, con il lampadario in cristallo da quattro tonnellate (regalo della Regina Vittoria), i bagni d’alabastro e una gigantesca scalinata di cristallo. Atatürk morì qui il 10 novembre 1938.
A 10 minuti a piedi dall’imbarcadero di Beşiktaş si trova il sontuoso Palazzo Çiragan e di fronte c’è l’entrata pubblica al Parco Yildiz, ampia area boscosa punteggiata di dimore signorili, padiglioni, laghi e giardini, luogo prediletto dagli abitanti di Istanbul che desiderano aria fresca e spazi aperti.
Vita da Sultano, l’Harem e il Palazzo Topkapı
La sponda asiatica
La principale attrazione di un viaggio sulla sponda asiatica di Istanbul è l’esperienza della traversata in traghetto. Le viste dal Bosforo sono superbe, con le cupole e i minareti che caratterizzano il profilo della città vecchia e i grattacieli e i quartieri d’affari alle spalle di Beyoğlu.
I tre quartieri asiatici, Üsküdar, Haydarpasa e Kadiköy, offrono interessanti attrazioni, come alcune splendide moschee ottomane, ma vale certamente la pena fermarsi qui per la presenza di numerosissimi negozi, caffè, locali e ristoranti.
Da non perdere l’esperienza di un aperitivo al tramonto sul lungomare di Üsküdar di fronte all’isola dove sorge la cosiddetta Torre di Leandro (Kız Kulesi) che oggi ospita un museo e che la sera si trasforma in un ristorante, dove si arriva ovviamente in barca con partenze da Salacak o Kabatas. Kadiköy fu invece nell’Ottocento una rinomata area residenziale per ricchi cittadini greci e armeni e per uomini d’affari stranieri.
Nel 1852, infatti, la compagnia di navigazione Sirket-i Hayriye cominciò a collegare i due lati dello stretto e i ricchi levantini di Beyoğlu iniziarono a costruire le loro residenze estive lungo questa riva. Sono infatti numerosi i giardini, che danno alla sponda asiatica un’atmosfera più verde di quella della sponda europea.
Oggi è una zona vivace, con negozi eleganti, ristoranti, bar e cinema e merita almeno una rapida visita. Qui sono evidenti le tracce del cosmopolita passato cristiano, tutte sparse nel labirinto di stradine a sud-est del lungomare.
Le Isole dei Principi
Le Isole dei Principi sono un arcipelago del Mar di Marmara costituito da nove isole (Büyükada, Heybeliada, Burgazada, Kinaliada, Sedefada, Yassiada, Sivriada, Kasikada, Tavsanada) site davanti alla costa asiatica di Istanbul e sono comodamente raggiungibili (partenze in traghetto da Sirkeci, Kadiköy, Kabataş, Bostanci e Kartal; partenze in aliscafo da Kabataş, Sirkeci, Eminönü e Bostanci).
Isole verdissime dove girare in bicicletta, fare picnic, godersi il panorama e nuotare. Le Isole dei Principi sono nove paradisi di quiete abitati da minoranze etniche, e spesso scelte dalla Istanbulbene per le proprie case di villeggiatura. Vietati i veicoli a motore: qui si gira rigorosamente in calesse, a piedi o in bicicletta.
Il consiglio è di trascorrere una giornata nella più grande di queste isole, Büyükada (büyük significa grande). L’edificio ottomano che si scorge attraccando al molo ospita il Museo del Mare. Proseguendo, si arriva alla piazza con la Torre dell’Orologio: qui si può noleggiare una bicicletta, o, meglio ancora, un calesse (fayton).
Sull’isola sorgono vari edifici storici e chiese di diverse confessioni, ma il vero piacere è ammirare i paesaggi a strapiombo sul blu, punteggiati da mimose e da pezze colorate annodate sugli alberi a guisa di desideri. Desideri che, secondo un’antica credenza, si avverano salendo a piedi nudi nel punto più alto dell’isola, Aya Yorgi Kilisesi. Büyükada ha ospitato nel passato politici e letterati, re deposti, principi in esilio e monaci eremiti, diventando il fulcro di una vivace vita culturale. Si viene per camminare, gustare pesce fresco e raki (acquavite all’anice) e fare un giro in barca. E, al tramonto, tutti al molo di Dilburnu per un colpo d’occhio sui profili infuocati di Istanbul.
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