Vita da Sultano, l’Harem e il Palazzo Topkapı

A ridosso dell’autunno, voglio farvi sognare parlandovi della vita da Sultano nel Palazzo Topkapı. Chi di voi non ha mai sognato una “vita da Sultano”? Chi di voi non ha mai sentito parlare della vita nell’Harem? Le idealizzazioni dell’Harem e della vita da sultano, però, spesso non corrispondono alla realtà. Certo, lo sfarzo e il lusso erano all’ordine del giorno, ma non sempre la vita all’interno del Palazzo era serena e tranquilla come si potrebbe immaginare.

Nel cuore della splendente Istanbul, si trova un palazzo unico al mondo, il palazzo più emblematico della città, il Palazzo Topkapı, che possiamo definire una città nella città.

In effetti, occupa uno spazio estesissimo ed è composto da giardini, edifici amministrativi, moschee, biblioteche, bagni, appartamenti privati, stanze di ricevimento. Il Palazzo Topkapı è il luogo ideale dove è tutt’ora possibile immaginare, come era la vita alla corte ottomana.

Storia del Palazzo Topkapı

E’ una costruzione del XV secolo e nasce per diventare la nuova residenza del sultano Mehmet II, quindi la sua posizione geografica è strategica. Infatti domina il Bosforo, il mar di Marmara e il Corno d’Oro. Ogni sultano, successivo a Mehmet II, porterà modifiche o aggiunzioni al Palazzo, ma nel XX secolo diventerà un museo.

L’Harem e la vita di corte

Il Palazzo Topkapı è la residenza ufficiale del Sultano, dove tutto è incentrato sulla sua persona. La vita di corte è strettamente codificata. Ma il posto che sicuramente risulta essere il più intrigante ed affascinante è senza dubbio l’Harem. Vietato d’accesso a qualunque altro uomo, l’Harem è intrigante già per la sua esistenza. Luogo misterioso, l’Harem è la parte più esclusiva del palazzo, dove l’unico uomo ad avervi accesso è il sultano.

Ci vivono la madre del Sultano regnante e tutte le sue concubine (con i loro figli). A parte il Sultano, solo gli eunuchi possono accedervi. Gli eunuchi, altre figure misteriose dell’Harem, sono fondamentali ed indispensabili (sono schiavi castrati, ed è per questo che loro hanno accesso all’Harem del sultano) nell’organizzazione del palazzo e nello specifico dell’Harem.

Lontano dall’immagine romanzata, l’Harem è un luogo in cui ci sono rivalità e gerarchie rigide, dove domina la regina madre del Sultano. Essa è ascoltata da suo figlio e quindi ha una forte influenza sugli affari dell’Impero. Di conseguenza qualunque schiava che riesce ad avere un’influenza sul Sultano riesce ad ottenere potere nell’Harem, creando allo stesso tempo aspre rivalità.

Dopo la sultana madre, nella gerarchia, si trovano le mogli legittime del Sultano. Secondo la religione musulmana potevano essere al massimo 4 mogli e come la madre del Sultano, avevano appartamenti privati, anche se meno lussuosi della regina madre.

Il loro obiettivo principale era quello di dare un figlio maschio al Sultano, per potersi garantire un posto importante nella gerarchia dell’Harem.

A seguire, nella gerarchia, ci sono le 40 concubine, che vivono tutte negli appartamenti comuni, seguite da altre 400 donne di solito molto giovani. Le visite del Sultano a queste donne sono molto sporadiche.

Le donne dell’Harem, istruite ma recluse

Ognuna di queste donne “schiave”, riceveva una buona educazione. Infatti, studiavano scienze religiose, musica, ricamo o pittura. Le donne dell’Harem vivevano recluse ma istruite. Chiaramente non si tratta di un’istruzione come la intendiamo noi, donne emancipate del XXI secolo. Oggigiorno, l’istruzione serve anche ad emanciparsi. Allora, non era contemplata alcuna emancipazione, poiché le donne dell’Harem erano schiave.

Pur avendo una vita tagliata dal mondo esterno, riuscivano ad avere un’influenza sul Sultano e quindi anche sulle scelte dell’Impero. Le origini delle donne dell’Harem erano svariate, anche se alcuni Sultani avevano preferenze di particolari zone geografiche. Ad ogni modo, tutte le donne dell’Harem erano schiave straniere, poiché la legge islamica proibiva la schiavitù delle donne musulmane.

L’erede al trono

Il Principe erede al trono veniva tenuto separato dagli altri fratelli, a causa dei numerosi fratricidi. Nella sua stanza poteva entrare solo il precettore che aveva il ruolo di formarlo. Gli intrighi di corte al Palazzo Topkapı erano all’ordine del giorno. Le gelosie e le invidie tra concubine, spesso si riversavano sui figli, per dare maggiori possibilità al proprio figlio di diventare l’erede del Sultano.

Quando un Principe diventava Sultano, era usanza fare uccidere tutti gli altri fratelli per evitare qualsiasi ritorsione. Questa situazione spesso creava altre difficoltà, se il Sultano regnante moriva all’improvviso, lo scenario di ritrovarsi senza potenziale Sultano era molto plausibile. Dietro il mondo fastoso e lussuoso, quindi, si celavano intrighi e misteri.

La Sultana Hürrem, la più amata

Come chiudere il mio articolo “vita da sultano” senza nominare Hürrem, schiava d’origine circassa, fu la donna più influente alla corte di Solimano Il Magnifico. Il suo nome significa la gioiosa, per la sua personalità, che ha fatto perdutamente innamorare il Sultano.

La passione del Sultano per questa straniera, porterà molti cambiamenti ed infinite gelosie nella corte di Solimano Il Magnifico. Ad iniziare da Mahidevran, a quell’epoca la favorita del Sultano nonché madre di suo figlio, il Principe Mustafa.

La rivalità tra le due donne fu dura, ma Mahidevran non poteva nulla di fronte alla passione del Sultano per la sua gioiosa Hürrem.

La passione e l’amore che spesso vengono cantati anche nei tempi moderni, con canzoni davvero romantiche, è molto rappresentativo della concezione dell’amore in Turchia.

Da noi si pensa tutt’oggi che l’amore vero sia quello che travolge. Quest’amore travolgente è cantato o scritto. A suo tempo, Solimano componeva poesie infiammanti per la sua amatissima Hürrem, tanto da essere soprannominata la Sultana.

Spero di avervi trasportato, il tempo della lettura, nelle stanze misteriose del magnifico Palazzo Topkapı.

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Güle güle

Ümeyhan

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